Non diamo la colpa alla gente

C’erano una volta i blog, che fra le altre cose servivano a segnalare le cose belle, o giuste, o importanti, che si leggevano in giro. Poi sono spariti, uccisi da Facebook, Twitter e la mancanza di cose da scrivere.

Capita ogni tanto di aver voglia di resuscitarli, specie se leggi un bel post come quello di Amedeo:

[..] alla gente – non a tutta, magari, ma comunque a parecchia – piace sentirsi raccontare le cose bene, che si tratti di scienza o di qualunque altro argomento, anche impegnativo. E poi che non è vero che ci vogliono tanti soldi, per raccontare le cose bene. Può farlo anche una sola persona, su un palco semi-spoglio – a patto, però, che sia una persona che le cose le sa raccontare [Keplero].

Neil Stephenson: Anathem

Non è che “Anathem“, di Neal Stephenson sia privo di difetti. Il peggiore è che comincia lentissimamente. La storia si svolge sul pianeta Arbre, dove la popolazione è divisa fra civili (Secular) e un ordine di frati scienziati che interagiscono con la popolazione civile solamente in caso di emergenze. In pratica non succede assolutamente nulla per almeno un terzo della storia (che è lunghissima), tranne la descrizione di questa bizzarra ambientazione. Io lo avevo abbandonato poi, su consiglio di Gaspar l’ho ripreso e ho fatto bene perchè poi la storia decolla e il punto di vista dei “frati”, che hai così faticosamente assimilato, è importante per comprendere come solo loro possono gestire con successo le avventure successive (sono costretto a un giro di parole per evitare spoiler). Tutto sommato mi è piaciuto abbastanza, facendo la media fra la prima metà  e la seconda.

Neal Stephenson: Anathem