La tesi di Thomas Friedman, nel suo "The World is Flat" è molto semplice. La globalizzazione è il Bene, a meno di guerre atomiche o catastrofi ecologiche è inevitabile e il capitalismo è meraviglioso. Dal fatto che i commercialisti americani fanno compilare le denuncie dei redditi dei loro clienti in India deduce che ormai chiunque voglia può partecipare alla festa. Cosa stai aspettando, alzati da quella sedia e vai in Angola a fondare un'impero economico.
Che poi la tesi sarebbe in molte parti condivisibile, è la mancanza sottigliezze che la rende a tratti irritante. Friedman ha una spiegazione per tutto, dall'undici settembre alla caduta del muro di Berlino. Einstein diceva che bisogna rendere la fisica il più semplice possibile, ma non di più, e credo che il suo detto si applichi a maggior ragione al funzionamento del mondo che è molto più complicato della fisica. A un certo punto tira fuori la storia della gazzella e del leone(*) e sono stato tentatissimo di abbandonare tutto.
Non vorrei però dare una impressione completamente negativa. La scrittura di Friedman è energetica e piacevole e fortunatamente il nostro si distacca dalla tesi neoliberista-panglossiana cercando di introdurre correttivi per alleviare i disagi dovuti ad outsourcing e licenziamenti facili ( "Compassionate Flatism", lo chiama). E' solo che, volendo scrivere un bestseller, non può usare concetti complicati. Però esagera.
(*) mi sono ripreso ricordando la scenetta di Aldo Giovanni e Giacomo ("non è importante che tu sia un Armadillo o un Pavone..")