Ha ragione la Moratti, che vuole smantellare la ricerca scientifica in Italia. Dice che non serve. Se Jeffrey Shallit, dell'università di Waterloo, è riuscito a ottenere i fondi per questa ricerca vuol dire che ha ragione lei.
Questo stimato intellettuale è partito dall'ipotesi che tutti i resti fossero ugualmente probabili, da x.00 a x.99 e ha misurato quante monete di resto ci vogliono, con le monete esistenti. Poi ha calcolato che moneta occorre aggiungere per ridurre al massimo il numero delle monete per resto, e ha calcolato che in uesseà ci vorrebbero monete da 18 cent e in Europa da 1,33 Euro.
"We could speed up customer service just by replacing the dime with an 18-cent piece."
(Guardo il calendario e non siamo in aprile. Guardo la foto dell'articolo e mi aspetto di vedere due signori vestiti di bianco che lo portano via. Niente. Ce la vedo la signora dal fruttivendolo che fa i conti a mente. E i giapponesi. Per andare al cinema minimo ci si deve portare dietro Gauss)
Comunque alla fine l'articolo si salva in corner citando una delle due obiezioni che mi sono venute subito in mente: la gente non fa i conti per minimizzare il numero di monete che dà, ma usa un algoritmo "greedy" (lo stesso delle regular expression in perl) cioè cerca prima di dar via i pezzi grossi. Guarda caso, con questo algoritmo, l'insieme di monete presente è il migliore possibile. Ma guarda.
"The nice thing about the current system is that the greedy algorithm always gives the smallest number of coins possible within the system," Shallit says. "So it's easy to make change."
(L'altra obiezione è questa: ma quando mai i prezzi hanno la stessa probabilità. Non ci sono i saldi a Waterloo? Tutto a 19.99 si usa solo da noi poveretti?)
L'articolo è su Science News
What this country needs is an 18-cent piece.via [Roland Piquepaille's Technology Trends]
11:40:11 PM
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