Ho mai detto che mi piace molto Orwell? Anche i suoi libri minori, come "Le strade di Wigan Pier" oppure "Fiorirà l'Aspidistra". Ultimamente mi viene in mente spesso, specie 1984, che ho letto troppi anni fa (forse è giunto il momento di rileggerlo).
Probabilmente è sempre stato così, ma mi sembra che il ministero della verità, quello dove si riscrivevano i libri di storia per adattarli alla linea del partito, abbia oggi molti funzionari. Non faccio esempi, ognuno si cerchi i suoi, ma specialmente oggi provo un po' di schifo. Mentre pedalavo con i miei bambini sulle piste ciclabili che alle prossime elezioni risulteranno costruite da Guazzaloca, pensavo ai "voltagabbana". Come distinguerne uno, mi chiedo, da qualcuno che ha genuinamente cambiato opinione?
Propongo un test. Se hai cambiato casacca per saltare nel carro del vincitore, o per guadagnarci qualcosa (stile Mephisto, quello del film con Brandauer) sei un VG; se ci rimetti, come Silone, espulso dal PCI, o come lo stesso Orwell, ostracizzato nei suoi ultimi anni perché antistalinista (e ci ha quasi rimesso le penne in Spagna), hai cambiato opinione.
Facile adesso sparare col fucilino di carta dalle colonne di un giornale (o facendo il dirigente in comune, è lo stesso). Chi era fascista in gioventù e poi ha preso il suo fucilino (non di carta) ed è andato sui monti coi partigiani a fare il terrorista (secondo la definizione attuale, lo erano) credo invece che abbia guadagnato il diritto a cambiare idea.
Orwell stesso scriveva, nella splendida prefazione alla "Fattoria degli animali":
Quite possibly that particular fashion will not last. For all I know, by the time this book is published my view of the Soviet régime may be the generally-accepted one. But what use would that be in itself? To exchange one orthodoxy for another is not necessarily an advance. The enemy is the gramophone mind, whether or not one agrees with the record that is being played at the moment.
Questo è solo un piccolo sfogo, che farei al bar, se non avessi perso la sana abitudine di andarci. Io sono come il protagonista di "Fiorirà l'Aspidistra" che, alla fine del libro, decide di dedicarsi completamente alla famiglia e rivaluta la stupida pianta che aveva sempre odiato. Eccola qua.

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