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sabato 21 giugno 2003
 

Rilancio volentieri l'appello a favore della democratizzazione in Iran, per quel che vale. Il concetto stesso di teocrazia per me è un dinosauro ideologico. Di Iran non so quasi niente (come quasi tutti quelli che vanno pontificando in questi giorni) quindi posso parlarne con grande sicurezza.

A me sembra che la rivoluzione iraniana fosse straordinariamente popolare, tanto è vero che è stata impossibile da fermare persino per un dittatore spietato armato fino ai denti (dagli americani) ma che essere governati da preti dopo un po' stroncherebbe l'entusiasmo di chiunque. Si aggiunga il fatto che l'Iran è un paese giovanissimo quindi quelli che protestano non hanno neppure dovuto cambiare idea, sono nati dopo.

Vorrei che ogni residuo di impostazione religiosa scomparisse non solo da quello, ma da tutti i governi, però non vorrei vedere un altro paese ribaltato dai carri americani, per piacere. Aiutiamoli ma senza bombardarli, grazie.

Sweet home Teheran

Come voi tutti sicuramente saprete, da ormai più di una settimana gli studenti iraniani combattono la loro battaglia per la libertà. Combattono a mani nude , come è già stato scritto da Massimo Gramellini su La Stampa. "Eppure - continua Gramellini - l'opinione pubblica europea non si scuote, gli eserciti della Pace non sfilano in massa sotto le ambasciate di Teheran."
Con questo pezzetto di Word mi rivolgo a voi perché le parole di Massimo Gramellini vengano disattese. Quello che spero è che questo appello si trasformi in un grido che dalla rete si diffonda e attraversi le coscienze di tutti. Se io riuscirò a coinvolgervi, avrò fatto metà del lavoro, e allora non sarà un'utopia vedere sfilare qualche migliaia di persone sotto le ambasciate di Teheran. E non sarà improbabile che accanto a chi aveva messo, o ha ancora, una bandiera della pace a sventolare dal suo balcone, manifesti anche chi invece aveva in testa molti se e molti ma.
Dobbiamo fare sentire loro che non sono soli, e questo lo dobbiamo fare prima che i partiti si schierino, prima che sinistra e destra parlamentari ci dividano per l'ennesima volta. Sbattetevene della destra e della sinistra. Questa è una lotta per la libertà, è una lotta per la vita e loro, laggiù in Iran, se la meritano come se la meritano tutte le persone di questo mondo.
Se vi sembra giusto manifestare per gli studenti di Teheran, accogliete questo mio appello: parlatene. Informatevi e parlate di ciò che accade in questi giorni in Iran e linkate chi ne parla. Se siete d'accordo con la mia iniziativa fate un articolo (anche copiando questo testo) e intitolatelo: Sweet home Teheran.  [
sinistro]


1:51:18 PM      comment []

Non avrei mai pensato di scriverlo, ma anche i neocon servono a qualcosa. Infatti, se non fosse stato per un riferimento su camillo, mi sarei perso questo articolo, che parla del mio cantante preferito e dell mio album preferito.

E' un articolo di tale Ron Rosenbaum su Bob Dylan, che spiega alcune parole di Mr Tamburine Man e poi (nell'ultima parte) dichiara il suo amore per Blood on the Tracks, il mio disco preferito. Io non posso dichiararmi un esperto di musica, delle 31 canzoni di Hornby ne conoscerò al massimo due o tre, ma come tutti ho le mie preferenze.  Niente di eccezionale, tutta roba famosa (e soprattutto vecchia).

Tornando a Dylan tutte le canzoni di quel disco sono belle, da Tangled up in Blue, a If You See Her, Say Hello, che contiene quello che Rosenbaum chiama il miglior verso di Dylan:

And though our separation,
It pierced me to the heart,
She still lives inside of me;
Weve never been apart.

Non ho mai compilato la lista delle 31 canzoni che preferisco, ma al numero uno ci sarebbe Simple twist of fate :

People tell me it's a sin
To know and feel too much within.
I still believe she was my twin, but I lost the ring.
She was born in spring, but I was born too late
Blame it on a simple twist of fate.

Vabbè, basta parlare di canzoni tristi, leggiamoci qualche libro allegro.


1:22:07 PM      comment []


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