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lunedì 23 giugno 2003
 

Lacrime sudore e sangue. Non è una ricetta pulp ma quello che bloggatori dovrebbero osare, secondo alcuni. Chi sa scrivere ha già descritto situazioni tragiche (benissimo) o divertenti. Io posso raccontare solo i fatti di una normale domenica con la famiglia. 

Mia moglie sabato deve lavorare, quindi andata e ritorno in giornata (cominciano a trillare i campanelli di allarme). Ma in questo periodo lei è molto sotto pressione quindi nessuna obiezione. Si dovrebbe partire alle 7,30. Federico tutte le mattine si sveglia come un orologio alle 6,30. Questa volta alle 6 e dopo lunga trattativa si riaddormenta. Si risveglia alle 7.40 e io apro gli occhi con la certezza della fila.

Si parte alle 8 dopo aver saltato la colazione (noi, i bambini no). Autostrada. Coda. Caldo. Calmo, devo stare calmo. Passato Imola la strada si libera, mi tranquillizzo e cerco di godermi la giornata. Strada delle saline per Cervia: coda. Lunghissima. Caldo. Arrivo a Cervia (2 ore per 95 km). Niente parcheggio. Giriamo a vuoto. Bambini piangono.

Parcheggiamo a distanze siderali dalla spiaggia. Siamo arrivati, però. Adesso mi godo la giornata. Colazione al bar della spiaggia sudando come un cavallo. Ci saranno 40 gradi. Ombrellone. Libro. Leggo tre pagine poi arrivano le amichette dei bambini. Eleonora è felicissima, Fede è innamorato dell'amichetta più grande (9 anni) e ripete ossessivamente il suo nome Miki Miki Miki Miki. I bambini urlano si tirano sabbia (impanandosi di sabbia e crema). A Fede scappa la cacca.

Risolti i problemi logistici, bagno. L'acqua è una specie di brodo di fagioli (colore e temperatura sono quelli), in cui gli straccetti non sono di pasta ma di alghe. Ele cerca di tenere dietro alle amiche e rischia di affogare continuamente. Fede vuole nuotare per imitare la Miki, per cui non posso tenerlo in braccio ma devo tenerlo per i fianchi mentre lui imita una nuotata. Sgambetta come un frullatore e tenta ripetutamente di evirarmi. Dopo cinque minuti ho mal di schiena come quando nei militari ho lavato 500 piatti.

Il bagno dura un'ora, poi li riporto su, sfinito. Ma è già ora di pranzo. Mi tocca la fila al chiosco delle piadine. Sono le 13 e la fila è la stessa di un concerto di Springsteen. Attendo pazientemente il mio turno al sole. Ringrazio di aver portato il cappellino ma ho commesso l'errore tattico di non prendere la maglietta. Niente crema perché era mia ferma intenzione stare all'ombra a leggere. Quando torno, dopo quaranta minuti, sono totalmente ustionato e ai limiti del collasso, la sabbia è così calda che è impossibile per chiunque camminarci sopra. Meglio così, penso perfidamente, così ce ne stiamo qua sotto.

Errore: ci sono da prendere i caffè al bar. Fila. Caldo. Poi l'acqua. Ritorno e Fede sta dormendo nell'unico posto all'ombra sotto il sole verticale. Ritaglio un pezzetto d'ombra e svengo. Mi sveglia il sole che dopo mezz'ora ha spostato il pezzetto d'ombra. Sono sudato come una pubblicità del Gatorade.

Due chiacchiere, scrocco un giornale (sono in crisi di astinenza da Repubblica), mi leggo il pezzetto di Michele Serra con devozione, ma è un filler (se non avete programmato in Cobol non c'è dubbio che capiate). E' già ora di un altro bagno. Fatica. Fede si è ricaricato, ha migliorato la mira e si sfoga sui colpevoli mollandomi calci assassini. Dopo il bagno, gelato. Coda. Ombrellone. Gli amici propongono di mangiare in pineta. Lui se ne va a preparare la cena. Resta la nostra amica con bimbo di un mese e ci sono solo io per quattro belve dai 3 ai nove anni (mia moglie è sparita e quando l'avevo già data per fuggita col bagnino (e senza i bambini!) si scopre che è andata a Pinarella, a due chilometri, per comprare un regalino alle bimbe degli amici).

Alle otto ancora nessuna notizia della cena. Ele non fa una piega ma Fede arriva quasi a addentarmi un polpaccio. Ok, ho capito, faccio la coda dal piadinaro. Lunga (la sera arrivano allegre nonnette che ordinano il rancio per un reggimento). Quando ritorno in pineta sono già tutti intenti a mangiare. Mangio. Vado a prendere la macchina, rimasta fuori provincia. Portiamo i bambini a fare la doccia (abusivamente) al campeggio degli amici.

Si parte alle 22,15. Coda. All'entrata dell'autostrada qualche imbecille si è bloccato nella corsia del telepass. Autostrada. Bloccati a Faenza. Dormono tutti e io sparo l'aria condizionata al massimo. Sono poco lucido (veramente lotto per tenermi sveglio) perché è evidentemente una cazzata. Quando arriviamo Fede si sveglia con tosse violentissima e quasi non respira. L'Ele è un peso morto. Mentre mia moglie si lava i capelli cerco di tranquillizzare Fede che mi urla nelle orecchie. Calmo, calmo che è quasi finita. Capelli lavati e ottengo il cambio. Doccia. Scarico la posta mentre aspetto l'asciugatura dei dilei capelli (cosa lunga). Letto.

E' l'una del mattino. Domani al lavoro. Finalmente.


10:31:56 PM      comment []


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