Ogni giorno sentiamo opinioni secche e sicure su argomenti molto
complessi. Per esempio l'economia. A parte quelli che sanno benissimo
di raccontare balle (alcuni li conosciamo bene), molti sinceramente
credono di sapere che cosa dicono. Senza neppure l'ombra di un dubbio
vaticinano di salite e discese di cambi, azioni, economie. Chi è
veramente preparato, di solito, usa formule dubitative.
C'è che i sistemi dinamici (l'economia, il clima, l'ecologia, la
politica, ma anche un'azienda o un figlio) di solito sono molto
complicati. Uno fa una cosa e non sempre va come aveva pensato, perché
ad ogni azione corrispondono più reazioni, qualcuna va in un senso e
qualcuna va nell'altro. Non che questo vuol dire che non si possa fare
niente ma come dicono i sarti: "sette misure e un taglio" e non una
misura e sette tagli. Sono un po' troppo serioso, forse, ma non sono
ancora arrivato al punto.
Il punto è che il clima è una di quelle cose dove tutti sono sicuri.
Qualcuno dice "catastrofe", qualcuno dice "non è successo niente" e
nessuno misura. E quelli che provano a misurare hanno delle sorprese.
Per esempio: quelli di Biosphere 2,
nel 1991, hanno fatto un ambiente sigillato in cui volevano provare a
vivere come su una astronave per Marte. Le piante dovevano fornire
l'ossigeno, e riciclare i materiali organici, in modo che gli otto
bionauti (quattro coppie, tanto per aver qualcosa da fare anche senza
tv) potessero ricavare di che vivere.
Chiuso il portone, l'ossigeno comincia a diminuire e l'anidride
carbonica a crescere. Sarà un assestamento, pensano i bionauti, ma dopo
qualche mese devono accendere le macchine che abbassano il livello della
CO2 (tipo quelle dei sottomarini). Dopo un po' il livello si stabilizza
(anche se con concentrazione più alta del normale) e i bionauti spengono le macchine. L'ossigeno
però continua a diminuire. Dopo 16 mesi siamo a livello di altitudini
da Monte Bianco. Si pompa allora altro ossigeno nell'ambiente, per un totale
di 15 tonnellate, in modo che si possano terminare i due anni
dell'esperimento.
Non mollate che il bello viene adesso. Durante i due anni
dell'esperimento nessuno ha capito dove andava a finire l'ossigeno. In
un ambiente stracontrollato, dove si poteva misurare tutto.
Temperatura, composizione chimica del suolo, dell'acqua, dell'aria,
tutto era noto con i decimali del caso. Ipotesi, test, misure,
per due anni nessuno ci ha capito niente. Alla fine (ma si è capito
solo dopo) sembra che l'ossigeno se lo mangiassero i batteri del suolo.
L'ipotesi era stata presa in considerazione ma scartata subito perché
allora dal conto mancava la CO2, che era cresciuta, ma di poco. Cerca
che ti ricerca alla fine la CO2 mancante sapete dov'era? Nel cemento.
La CO2 in ecesso veniva assorbita dal cemento del Biosphere II (e ne
faceva aumentare l'acidità, mettendo a rischio ruggine i tondini di
ferro del cemento armato, ma questa è un'altra storia) e nessuno se ne
era accorto.