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Massimo Morelli's Weblog
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venerdì 28 luglio 2006
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Seymour Levov ("lo Svedese") eccelle in tutti gli sport. E' biondo, bello, alto, ha un ottimo carattere e una vita spianata davanti, dopo aver sposato Miss New Jersey (che pur essendo bellissima è modesta, lavoratrice, innamorata). Già immagini, anche se non fosse Philiph Roth stesso ad anticipartelo, che invece qualcosa succederà a rovinare questa vita perfetta. E infatti succede. Non racconto i dettagli per non rovinare (spoilerare?) la tua lettura di "Pastorale Americana".
La parabola della famiglia modello americana destinata ad essere distrutta dagli avvenimenti è effettivamente un'opera molto ambiziosa. La perfetta scrittura di Roth ti accompagna fra fatti, incisi, flasback e i momenti chiave (benché naturalmente prevedibili) sono preparati con grande cura (solo, non devi avere fretta). L'angoscia di Seymour è anche la tua quando si chiede cosa ha sbagliato (e tu sai che non ha sbagliato nulla). Benché fra le epopee famigliari preferisca ancora quella di una certa famiglia di Lubecca, ho letto questo libro con grande piacere. Ogni romanzo che leggo di Roth mi piace di più del precedente, anche se temo che da qui in poi torneremo a scendere.
7:17:52 PM
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giovedì 27 luglio 2006
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Good bye, and best wishes to you and to all other readers of this magazine, this issue, this copy, this piece, this page, this column, this paragraph, this sentence, and, last but not least, this "this". [Douglas Hofstadter, Methamagical Themas, pag. 761]
10:47:26 PM
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mercoledì 26 luglio 2006
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martedì 25 luglio 2006
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Non sono emigrato. E' che, passando i fine settimana al mare, rimane poco tempo anche per leggere, figuriamoci per scrivere. Ho alcuni libri da commentare ma temo che slitteranno a fine agosto. Nel frattempo ri-stammi fresco.
9:33:17 AM
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mercoledì 19 luglio 2006
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Ieri sera riunione decisiva per il futuro del Due Madonne. Si trattava di decidere se iscriversi al campionato anche nel prossimo anno. Data l'età media e il fatto che abbiamo fatto tutto il girone di ritorno in undici contati c'erano grossi dubbi. Miceli ha, novello Moggi, millantato l'acquisto di un numero di rimpiazzi bastevole a rischiare i soldi dell'iscrizione: anche il prossimo anno il DM sarà presente nel meraviglioso campionato provinciale amatori UISP (categoria dilettanti).
Il vernissage non ci sarà, come al solito, tanto meno il ritiro. Il primo allenamento è previsto per lunedì 28 agosto alle ore 19 in via Carlo Carli. Se vuoi giocare a calcio e hai entrambe le gambe puoi contattarmi, che probabilmente c'è posto anche per te (oppure puoi presentarti direttamente il 28 agosto). Più siamo più diventa possibile soddisfare il mio proponimento di fare quello che sta in panca e non sale se non si sono fatti male in quattro o si sta vincendo tre a zero (in ordine decrescente di probabilità).
Sarà il nostro venticinquesimo anno.
3:22:19 PM
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martedì 18 luglio 2006
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In "Catfish" ci sono tre storie noir. Le prime due sono i buoni racconti di Carlotto e Abate, racconti efficaci, ben scritti e che consiglio di leggere. La terza è il furto con destrezza perpetrato dall'editore nello sfilarmi 13 euri e mezzo per poche poche pagine, font largo e margini tali che Fermat non avrebbe avuto scuse. Da leggere a scrocco in libreria.
1:51:36 PM
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lunedì 17 luglio 2006
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Che poi cosa succede in quelle guerre in Africa dove le parti si capovolgono continuamente non lo capisce mica nessuno. Un po' perché è effettivamente complicato, un po' perché andare a vedere è pericoloso.
Ryszard
Kapuscinski
negli anni '60 c'è andato, come giovane cronista dell'agenzia di stampa polacca. E' stato picchiato, minacciato di fucilazione, cosparso di benzina e ha rischiato spesso oltre il ragionevole.
Ma dai suoi resoconti in "La prima guerra del football e altre guerre di poveri" si capisce che anche lui in fondo non ci capiva niente e scriveva quello che vedeva di un continente incomprensibile. Il libro raccoglie una serie di ricordi autobiografici di Kapuscinski scritti in modo scorrevole e molto partecipato. Quando scrive dei protagonisti cerca di vederli con gli occhi della gente comune e quando racconta della guerra fra Salvador e Honduras si concentra sul soldato di leva che nasconde le scarpe dei caduti per tornarle a prendere a guerra finita perché nessuno, nella sua numerosa famiglia, ha le scarpe. Una piacevole lettura.
6:44:22 PM
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martedì 11 luglio 2006
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Una storia di pirati non sembra un libro per persone cresciute, ma qualche volta bisogna lasciarsi sorprendere. E' da poco che ho finito di leggere "L'isola del tesoro" ai miei pargoli, perciò quando in libreria sono passato accanto a "La vera storia del pirata Long John Silver" di Björn Larsson, incuriosito, me lo sono comprato, letto e gustato.
Long John Silver è l'arcicattivo del libro di Stevenson, il pirata con una gamba sola che riesce a ingannare tutti con la sua lingua sciolta, ed è ugualmente terribile nonostante la menomazione fisica. Larsson ovviamente non può scrivere soltanto una storia di cappa e spada ma attraverso la biografia inventata di questo personaggio ricostruisce l'atmosfera del tempo, la vita miserabile dei marinai e la giustificazione economica e politica del fenomeno della pirateria.
Silver alla fine dei suoi giorni racconta nei particolari gli anni con England e Flint e la sua vita da gentiluomo di ventura, descrive la tratta degli schiavi e la vita nelle colonie caraibiche. Quello che lo ha spinto a fare la vita che ha fatto è la necessità di essere libero in un mondo in cui (tranne i ricchi) sono tutti servi. Alla fine scaccia i suoi amici dall'ultimo rifugio perché non vuole che si sentano schiavi nemmeno della loro amicizia.
Forse le ricostruzioni storica e sociologica sono solo un pretesto per convincere un adulto a leggere un libro di pirati, ma sono contento di averlo fatto. Avvincente.
6:53:06 PM
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lunedì 10 luglio 2006
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Sono tornato. La famigliola è ancora al mare. Ho letto libri e guardato partite. Grazie ai mondiali e (soprattutto) al calcio sulla PSP Federico è diventato un tifoso. Mi dispiace solo che si sia addormentato durante i supplementari e non abbia potuto festeggiare, ma in spiaggia tira cannonate che con quelle gambette secche sembrano impossibili.
Ho letto (ma soprattutto sentito per radio questa mattina mentre mi imbottigliavo verso Bologna) grandi tirate moralistiche sul gesto di Zidane. Quando sei in campo e le gambe sono di piombo, il fiato è corto, e magari senti male, magari molto male (a Zidane era appena uscita una spalla e gli aveveno ridotto la lussazione a bordo campo) non c'è professionismo o ragionamento che tenga, uno scatto può capitare. La punizione è la giusta espulsione e basta. Zidane è stato il miglior giocatore del torneo (basta pensare alla partita col Brasile), e per fortuna nostra non è bastato.
In un campionato del mondo dove sono diventati tutti furbi (persino le squadre africane avevano i loro simulatori) si sono visti più tuffi che a un'olimpiade il "cattivo esempio ai giovani" sarebbe uno che ha perso la testa per un attimo e non quelli che chiedono l'ammonizione dell'avversario, una volta toccati cadono come fulminati o tirano sistematicamente indietro la gambina.
Averne, di Zidane.
PS: comunque PO PO PO PO e Cannavaro presidente.
9:27:03 PM
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2006
Massimo Morelli.
Last update:
28/07/2006; 22.50.27. |
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