Massimo mi chiede di definire cos'è un blog in meno di 2000 battute. Io le battute le conosco poco, ma questo post l'ho già fatto, il 03-03-03. E la mia definizione evidentemente ha retto bene questi quattro anni, perché non è molto diversa da quella dell'uberblogger. La riporto qui:
I weblog non sono la prima comunità virtuale su Internet. Ci sono i
forum, c'è USENET, ci sono i posti dove si chatta, ci sono persino
giochi di ruolo multigiocatori e massivamente multigiocatori. Ognuno ha
la sua variante, nel tempo li ho frequentati tutti (esclusi i giochi di
ruolo che richiedono una quantità di tempo mostruosa) più che altro
come osservatore ozioso e fulmineamente annoiato.
Eppure sono già quasi dieci mesi [nota 2007: sembrava tanto, doh!] che ho un weblog, e posto quasi
tutti i giorni. Riflettevo su queste cose osservando l'entusiasmo di 3G, che pure non è un ragazzino ;) e le discussioni fin troppo intelligenti di Gino Roncaglia, Paolo Valdemarin, Cesare Lamanna e altri.
Oggi arriva la newsletter di Joel Spolsky,
che fa il programmatore ma che scrive meglio del 90% degli scrittori.
Per parlare del forum che ha progettato sul suo sito come al solito la
prende piacevolmente alla larga e tira in ballo un sociologo che con una certa dose di Alberonite (cioè teorizzando l'ovvio) ha sottolineato l'importanza del terzo posto.
Il terzo posto (dopo casa e lavoro) è quello dove si va e si
cazzeggia tra amici. E' importante avere abbondanza di terzi posti per
la propria sanità mentale e per evitare di finire rincoglioniti con il
telecomando in mano. E' la voglia di terzo posto che ci fa amare
telefilm insulsi:
Make a coffee shop without very many chairs, as Starbucks does,
and people will carry their coffee back to their lonely rooms, instead
of staying around and socializing like they do in the fantasy TV
coffeehouse of "Friends," a program we watch because an ersatz third
place is less painful than none at all.
E' la mancanza di un terzo posto che spinge i giovani programmatori americani a stordirsi di lavoro:
People graduate from college, move across country to a
new place where they don't know anyone, and end up working 12 hour days
basically out of loneliness.
Joel poi passa ad analizzare perché le varie comunità
virtuali non funzionano bene come terzo posto e come la progettazione
del software può fare molto per migliorare o peggiorare la terzopostità
di una comunità virtuale. Poi finalmente comincia a parlare del suo
software ma qui la cosa si fa per me (per noi) meno interessante, anche
se sempre godibilissima (lui è un grande).
Ecco, se devo dire qual'è il motivo per cui la comunità
blog non mi annoia, è che è un buon terzo posto virtuale. Certo non è
come uno reale, quindi se potete spegnete il pc e andate a bere un
bicchiere di quello buono con gli amici, ma non si sa mai, magari due
fette di salame e un bicchiere di rosso un giorno ce le facciamo [nota 2007: ce le siamo fatte].
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