"The Affluent Society" è stato scritto da J.K Galbraith nel 1958. E' stato un libro molto influente, non fosse altro che per l'aver coniato il concetto di "Conventional Wisdom". La tesi del libro è (grosso modo) che l'economia sviluppata in tempi di carenza, non è più adatta a spiegare il mondo in tempi di abbondanza. In particolare mette in luce parecchie incongruenze del modello economico che mira a massimizzare la produzione (e non per esempio la sicurezza), mentre si producono beni che solo grazie al lavoro instancabile di persone di grande talento riusciamo a farci convincere essere necessari.
La teoria economica convenzionale è piena di contraddizioni (vorrebbe farci credere che non c'è distinzione fra il desiderio del pane per i figli e quello per un iPhone) e queste sono messe in luce nel modo più sarcastico possibile. Non saprei dire quanto le tesi economiche di JKG abbiano resistito la sfida di questi cinquant'anni (questa edizione però è stata rivista nel '98). Certo è che sento la mancanza di polemisti che sappiano scrivere così bene. Il sarcasmo è affilato e per il modo elegante in cui vengono presentate, certe stoccate sono ancora più efficaci. Oggi il dio mercato è adorato come allora e anche di più, forse bisognerebbe ritirare fuori questo libro e ridiscuterne.
"[..] an understanding of our economic discourse require an appreciation of one of its basic rules: men of high position are allowed, by a special act of grace, to accomodate their reasoning to the answer they need. Logic is only required in those of lesser rank."
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