Dopo aver letto Blink mi è rimasta voglia di leggere ancora Malcolm Gladwell, e sono andato a ripescare un suo libro precedente: "The tipping point". Al solito questo tipo di libri (di sociologia pop) prende una cosa ovvia e lo eleva a caratteristica universale: le cose che si propagano da una persona all'altra (le mode, le epidemie, le manie) esplodono improvvisamente, oggi non ci sono, domani sono dappertutto.
Il fatto che sia una cosa (in una certa misura) ovvia dipende dal fatto che questi fenomeni seguono una legge esponenziale e le leggi esponenziali crescono (o calano) molto in fretta, lo sapeva già Dante. Provate a calcolare quanto diventa alto un foglio di carta piegato cinquanta volte (basta moltiplicare lo spessore del foglio per 2 alla cinquantesima).
Gladwell ha il merito (oltre allo scrivere bene) di approfondire molto, trovando che le epidemie sociali fanno perno su un numero ridotto di persone (Connector, Maven, Salespeople) e descrivendoli con bravura (bella la storia di Paul Revere). Ho trovato in rete un riassunto su cui potete farvi un'idea. Interessante.
Si chiude il venticinquesimo campionato del Due Madonne. Finalmente. L'ultima è con il CO.TA.BO. I ragazzi salutano e vi danno appuntamento al prossimo anno.
Quello di determinare faticosamente cosa avvantaggerebbe la collettività e
fare il contrario è un lavoro molto difficile. Per fortuna c'è chi lo fa
benissimo:
Il parlamento europeo ha approvato la direttiva IPRED2, come ordinato dai lobbisti. E'
il solito assalto, riuscito, allo sviluppo economico, alla diffusione
della cultura e del sapere, alla libertà individuale di starsene in
pace. [Il Bubbo Grasso]
Qualche settimana fa raccontavo ad un amico del mio intervento al Citizencamp, in cui (mentre parlavo con Massimo di Coda Lunga) ho esposto (molto male) la mia idea che le reti sociali attraverso internet siano l'inizio di qualcosa di importante che però siamo incapaci di prevedere, così come i pesci del Devoniano, uscendo dal mare, non sapevano se sarebbero diventati cammelli, coccodrilli o persone.
Il mio amico mi ha detto che anche Baricco, nel suo "I Barbari" ha una teoria simile, quindi mi ha prestato il libro che ora ho letto. Ho un buon ricordo delle apparizioni televisive di Baricco, e non mi dispiacciono i suoi articoli. I suoi romanzi però sono fatti evidentemente per un pubblico diverso da me perché ne ho letto qualcuno dietro segnalazioni entusiaste e ne sono rimasto deluso.
La teoria di Baricco, in questo saggio, è che lo scarso successo delle attività culturali complesse (dal buon vino, alla buona musica, ai buoni libri) è dovuto ad una mutazione antropologica della società che porta ad preferire l'esperienza di più cose superficiali che un numero forzatamente ridotto di cose complesse per le quali è necessario un lungo apprendistato. Descrive la mutazione con la metafora di creature terrestri che non capiscono quei loro simili a cui stanno spuntando le branchie, una sorta di contrappasso ai pesci del Devoniano.
La teoria è interessante e argomentata con bravura, ma non molto convincente. Intanto Baricco taglia spesso testa e piedi ai fatti per costringerli nel letto di Procuste della sua teoria (si vede nella sua trattazione di internet, ma anche sul vino avrei qualcosa da dire). Inoltre il fatto stesso che ciò che ora è colto un tempo era popolare dimostra semmai che questo fenomeno di trasformazione c'è sempre stato. Potrei sbagliarmi, come sociologo non sono un granché. Però il libretto è scritto bene (anche se in stile troppo ammiccante) e si fa leggere volentieri.
Aggiornamento sulla chiusura di campionato del Due Madonne. Gli altri risultati sono stati favorevoli, per cui ci basta un pareggio nell'ultima partita con il Co.Ta.Bo. L'ordalia si terrà sabato alle 15.30 all'orrido Biavati 2. Speriamo bene.
Asher Lev ha un dono. E' un artista naturale e disegna divinamente fin dall'età di sei anni. Non gli interessa null'altro che disegnare, diventare un artista ed esprimersi attraverso la pittura, ma non può perché è un ebreo chassid e la sua arte va contro la sua tradizione. La lotta fra le forze che combattono in Asher è l'oggetto di "Il mio nome è Asher Lev" di Chaim Potok, un bellissimo libro.
Come Potok riesca a salvare capra e cavoli, religione e arte, scrivendo un libro intenso e commovente è una cosa che non riuscirò mai a capire. La propaganda religiosa di Potok (lui stesso un artista e un rabbino), non gli impedisce di costruire un capolavoro. Molte figure indimenticabili in questo libro, dalla madre di Asher che aspetta due generazioni di Lev dalla finestra, a Yudel Krinsky, il profugo russo che impaurisce il giovane Lev con accenni ai gulag siberiani, all'artista Jacob Kahn. Unica figura stonata il Rebbe dalla sovrumana saggezza (ma forse infastidisce solo me che un fanatico sia presentato come un genio). Un libro che consiglio (e grazie a AleRoots per la sua segnalazione).
Se non è un pesce d'aprile in ritardo, questa lettera ad un giornale americano che identifica l'anticipo dell'ora legale come colpevole del riscaldamento globale, è piuttosto divertente [Backcountry.com].
Stefano Quintarelli (che è uno che ne capisce) sta registrando in diretta quello che avviene nell'assemblea degli azionisti Telecom.
[un piccolo azionista:]"Vorrei una risposta sulle stock options. avete dei problemi ? se avete
dei problemi, vi aiuto io, faccio l'amministratore delegato con il buon
senso della massaia".[Quintarelli]
Aggiornamento: Stefano continua a seguire l'assemblea e il suo ormai chilometrico post è strepitoso. La cosa più bella sono gli interventi dei piccoli azionisti:
"[..] e' difficile lavorare onestamente, lo capisco, ma non potete fare uno sforzo ?"
Adam è uno scrittore alla fine della sua vita. Gli acciacchi e la stanchezza rendono la sua vita molto poco soddisfacente. Improvvisamente gli viene offerto un corpo nuovo. Adam accetta e ritorna giovane, ma le cose non vanno esattamente come previsto. Dopo l'iniziale entusiasmo l'aver abbandonato la propria vita per qualcosa di sintetico mostra i suoi lati negativi.
Questa è, superficialmente, la trama di "Il Corpo" di Hanif Kureishi, o per lo meno del primo e più lungo dei racconti contenuti nel libro. Non mi è dispiaciuto, anche se non sono esattamente un fan delle raccolte di racconti, specie quelle in cui le trame tendono a non finire (per esempio non mi piace Carver). Le altre storie mi hanno però lasciato freddino.
Aggiorno per i pochi interessati la situazione del Due Madonne. Dopo la pausa pasquale sabato prossimo è destinato ai recuperi. Fra sabato 21 e sabato 28 verranno giocate le ultime due giornate, una delle quali riposeremo. Quindi la partita finale e decisiva del campionato, che dovremo presumibilmente vincere per non retrocedere, si terrà verso fine mese.
In questi giorni ho molto da fare quindi non ho seguito la cosa con l'attenzione che vorrei. Però vedo che la cosa non è stata ripresa dalla stampa italiana quindi la segnalo io che magari a qualcuno potrebbe interessare.
Succede che una startup americana, la D-Wave System, ha dichiarato di aver costruito il primo calcolatore quantistico(*). Seguo questa storia dall'inizio (pur leggendo distrattamente per il combinato disposto di mancanza di tempo e incapacità di comprendere a fondo la cosa) perché il blog di Geordie Rose, il fondatore di D-Wave System è da un po' nel mio aggregatore. In realtà non è facile capire cosa hanno costruito veramente e la comunità scientifica ha espresso un certo scetticismo, che si è concentrato (ciò è buffo) su un altro blog che seguo da tempo, quello dell'ottimo Scott Aaronson.
Scott sostiene che il computer di D-Wave non può funzionare, Geordie ribatte, e cosìvia. La cosa è approdata sulla stampa americana, prima su Technology Review (l'articolo migliore a mio parere per farsi un quadro della situazione), poi sul NYT nientemeno. La cosa è troppo complicata per poter dare il mio parere senza scrivere un mucchio di fesserie. Conviene seguire la cosa dai diretti interessati o (se non sapete l'inglese) aspettare che qualcuno con più tempo e più intelligenza di me vi riassuma la cosa.
In ogni caso credo di poter dire con relativa tranquillità che quando leggerete di questa cosa su Corriere o Repubblica è piuttosto improbabile che venga presentata come si deve. [NYT, Technology Review, Shtetl-Optimized, Rose.blog, D-Wave]
(*) in realtà non sarebbe un QC di tipo generale ma un sottotipo utile in una classe più ristretta di problemi
Sul sito del World Economic Forum è uscita la classifica dei paesi più preparati a usare le tecnologie internet per alimentare la crescita economica. Naturalmente la posizione dell'Italia è quella che merita, al trentottesimo posto. Per come migliorare un po' leggere qui [WEF, Quintarelli]
Suona il telefono. Una signorina di SKY, piuttosto raffreddata, propaganda l'ultima offerta imperdibile:
Signorina: "Bla bla bla (vari minuti). Le sto attivando l'offerta" Io: "Preferirei di no"
Signorina: "Ma non ha considerato che bla bla bla" (altri minuti) Io: "Preferirei di no" Signorina: "Ma è sicuro? Bla bla bla" (altri minuti) Io: "Preferirei di no"
La signorina riparte con la tiritera. Io mi scoccio di fare il Bartleby e finalmente la interrompo e metto giu. Neanche stavolta sono riuscito ad essere educato.
Ci sono autori che si comprano a scatola chiusa. Per me Ian Stewart è uno di quelli, quindi ho comprato questo "L'altro segreto della vita" senza neanche leggere la quarta di copertina (che tanto mantiene una correlazione con la qualità del libro spesso inferiore al colore della copertina). Stewart analizza l'influenza delle leggi matematiche sul fenomeno della vita, seguendo le orme del pioniere D'Arcy Wentworth Thompson.
La tesi del libro è che il DNA è importante ma non è l'unico segreto della vita (da qui il titolo). L'informazione contenuta nei geni non basta a determinare la complessità di un organismo, specie se dotato di comportamento articolato. I geni non fanno altro che stabilire un insieme di regole e l'organismo (e il suo comportamento) sono caratteristiche emergenti delle regole. Questo ha due importanti conseguenze:
l'organismo e il suo comportamento possono essere molto più complessi delle regole sottostanti (ciò mi ricorda la formica di Langton)
non c'è nessuna o quasi possibilità di determinare l'organismo o il comportameto a partire dalle regole sottostanti, cosa che limita il potere miracolistico dell'ingegneria genetica
Il libro è forse un po' in anticipo sui tempi, perché la matematica che cerca Stewart non esiste ancora, quindi i capitoli centrali sono un po' appiccicati con lo sputo alla tesi centrale del libro. I fatti che presenta sono però sempre interessanti (per esempio spiega il motivo per cui in molti organismi tendono a ripresentarsi le successioni di Fibonacci) ma un po' buttati lì a caso. Se arrivate a metà e la storia vi ha un po' stancato tenete duro: il capitolo migliore è l'ultimo.