"La casa del comandante" di Valerio Varesi, è un'indagine del commissario Soneri. Se avessi saputo che esiste una fiction in cui Soneri è Barbareschi mi sarei risparmiato di leggerlo. Peccato per l'atmosfera che è l'unica cosa riuscita, con il Po, le sue nebbie e la sua gente.
Ivo Andrić ha ricevuto il premio Nobel nel '62 ed il suo libro più famoso è questo "Il ponte sulla Drina" (del '45) che ne racconta la storia dalla costruzione alla prima guerra mondiale, attraverso quattro secoli di complicata storia balcanica.
La storia che Andrić racconta è quella della gente comune, che in un crocevia etnico come la Bosnia appartiene a categorie molto diverse. Ci sono turchi, serbi, ebrei sefarditi, funzionari austroungarici, contadini e commercianti, soldati e funzionari. Lo spostamento dei confini, le guerre e le grandi trasformazioni (come il ponte stesso) sono totalmente incomprensibili per i cittadini di Visegrad che le subiscono come subiscono le inondazioni del fiume e le altre calamità naturali.
La trama spazia per secoli e non c'è tempo di appassionarsi ai personaggi, che rimangono sullo sfondo. Purtroppo le vicissitudini di Visegrad sono continuate anche ai tempi nostri, a riprova che i poveracci ci vanno sempre in mezzo. La lettura è un po' faticosa (non so se per colpa della traduzione o per il peso degli anni) ma mi è piaciuto.