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Non entro nel merito, ma apro maleducatamente su un elemento più generale: perchè il filo dell'analisi politica di Sofri si basa così fortemente sull'esigenza primaria di dare delle lezioni a qualcuno? Potremmo definirla una tendenza pedago-censoria. Non è marginale come questione perchè penso che influenzi (e distorca) il giudizio stesso sull'oggetto della discussione. Cioè il desiderio di bacchettare, stai giù e orecchie basse!, diventa preponderante, rispetto alla stessa ricerca intellettuale. E tra l'altro è una caratteristica di molti della generazione di Sofri. Saluti
Tonino • 10/1/04; 5:54:57 PM #

Anziché preoccuparsi delle eventuali nuove centrali nucleare in Medio Oriente, dovremmo preoccuparci di quelle già esistenti nel nostro continente. Mi riferisco alle centrali nucleari all'interno dei paesi ex Patto di Varsavia, che sono un vero pericolo per noi europei, perché costruiti sulla base della scuola russa (e non quella del sistema Fermi). Per noi, sarebbe molto più tragico dover convivere con un secondo Chernobyl, che preoccuparci dei progetti deterrenti della strategia d'area di Teheran.
Antonello Leone • 10/1/04; 7:25:12 PM #

Sofri ha il problema di dover piacere a tutti. Un colpo al cerchio, uno alla botte. E non c'è di meglio, per ottenere il risultato, che rivedere. Rivedere tutto.
P.G. • 10/2/04; 8:40:48 AM #

massimo, è commovente il tuo voler cercare a tutti i costi di costringere il mondo del 2004 a continuare ancora a pensare secondo i principi della logica aristotelica che ci hanno insegnato all'università (assioma -> definizione -> proposizione). così fuori moda, così noiosi, così passé!
delio • 10/3/04; 2:00:52 AM #

Bene ho letto l'articolo. C'è il solito Sofri allo stesso tempo tale e quale te lo aspetti, ma capace di appassionare. Allarga lo sguardo e il lasso temporale come ormai capita raramente di sentire, offre spunti per chissà quante discussioni, ma però poi si ritrae, chiude e mortifica il possibile confronto. Certo chi è che riflette e criticamente sul pacifismo di quegli anni? Eppure il punto è: non è che se lui e la sua generazione hanno commesso degli errori le battaglie stesse e le prospettive culturali all'interno delle quali si sono prodotte sono destinate a imperitura dannazione. E non mi sembra neanche che questo terribile e macerante senso di colpa sia da far ricadere sulle spalle di chi viene dopo e cerca nuove prospettive. Dice una cosa bellissima come "Certi commiati dalle idee che avemmo sono stati così taglienti da indurre a travolgere tutti gli effetti di quelle idee nella loro decadenza. Ma non è così che può farsi la storia, semplicemente capovolgendola, come una clessidra svuotata." E se la spreca poco dopo con questo sguardo torvo e implacabile, pacato nei toni ma senza speranza di fatto, sugli errori suoi e degli altri. Si contraddice perché finisce inevitabilmente per essere tranchant. Delio la tua osservazione sembra interessante, ma perché questa sufficienza? Ci vuole tanto a rispettare l'interlocutore, e poi che vuoi fare l'intellettuale acerbo che per farsi sentire deve sbracciarsi? Dai...
Tonino • 10/4/04; 3:25:58 AM #

no, antonio, non mi volevo sbracciare. è solo che di questi tempi chiunque, come massimo o me, abbia una formazione scientifica, muore un po' ogni giorno assistendo allo scempio che viene fatto della logica in discorsi politici e sui giornali. certo c'è di peggio che in quell'articolo di sofri: per esempio è drammatico che della differenza tra "condizione necessaria" e "condizione sufficiente" si faccia carne di porco, a livello di massa. ammetterai che se anche il legame causa->effetto viene rovesciato, i ragionamenti perdono ogni senso - e gran parte dell'uditorio neanche se ne accorge. tutto qui.
delio • 10/4/04; 10:03:31 AM #

Delio è chiaro che ho completamente frainteso. Scusami. ciao
Tonino • 10/4/04; 5:01:53 PM #

ebbravo Massimo ebbravo Delio, avete scritto quello che avrei voluto scrivere. E' un peccato che anche una persona senza dubbio intelligente come Sofri sr. caschi a mio avviso nel bisogno di trovare una spiegazione razionalizzata, unifattoriale e, alla fine, semplice e che possibilmente ti dà ragione ;-), di eventi molto complicati sui quali al più si possono tentare interpretazioni, ben sapendo che nessuno ha la verità in mano perchè non c'è controprova.
marco • 10/4/04; 8:50:25 PM #