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Rischi reali VS Rischi percepiti, Schneier ha sempre post molto interessanti e illuminanti al riguardo. Credo che l'aumento esponenziale del cattivo utilizzo dei mezzi di comunicazione abbia certamente influito nella creazione del "rischio percepito". Anche io, nel più vicino 1989, andai a scuola accompagnato dalla mamma il primo giorno di scuola, in pulmino il primo anno (abitavo in un altro paese), ma poi dalla seconda a piedi e in seguito biciclettina. Oggi, anno 2007, vado a prendere a scuola mio fratello (prima elementare), e sento giovani mamme stressate che non ne possono più di scarrozzare i figli a destra e a manca... mah... mia madre ha senz'altro più paure oggi rispetto a ieri, non si fida a lasciare mio fratello da solo neanche nel parco letteralmente a 10 metri da casa perchè "senti delle cose...". Non puoi darle torto, considerando che i suoi mezzi informativi sono radio e televisione.
Davide Tarasconi • 6/8/07; 12:38:28 AM #

Stessi ricordi. Stesse paure. Stessi dubbi. Sono convinto che il rischio più elevato resti l'impatto con qualche centinaio di Kg di lamiera (dal motorino al SUV) o l'incontro casalingo con qualche litro di acqua bollente o qualche vorace agente chimico. Il resto sono spiccioli.
Enoela • 6/8/07; 2:00:35 AM #

Mah. Anche i miei figli (che cominciano ad essere grandicelli) sono stati sorvegliati a vista, ma più che altro perché la mancanza di spazi rende pericoloso il transito solitario dei bambini in città: troppe automobili, poco verde (e quel poco piuttosto squallido), nessun campetto periferico dove giocare a pallone o fingere di essere i ragazzi della via Pal. Insomma la mia fobia si lega soprattutto al timore di incidenti (e alla consapevolezza della congenita distrazione dei pargoli: dopotutto sono miei figli!). dell'uomo nero aveva paura anche mia madre (mooolto apprensiva, va detto) ma questo non mi haimpedito un'infanzia di capobanda nel cortile sotto casa
floria • 6/13/07; 10:20:16 PM #