Voldemort

Ci sono cose che bisogna proteggere a tutti i costi. Anche a costo di non pronunciare mai determinate parole. Questo non nei libri di Harry Potter, ma in Italia, oggi.

La storia è semplice: tutti sanno che è possibile vedere in internet le partite di calcio in diretta. Qualcuno le trasmette illegalmente. Pare che le leggi dello stato italiano (mi fido della competenza del giudice che le ha applicate) dicano che quali sono questi siti (che tutti sanno, naturalmente) non si possa dire.

[..] se esistono, come esistono, luoghi di rete che consentono di accedere a contenuti audio video protetti dal diritto d’autore della società RTI, questi luoghi non potranno mai più essere linkati e nemmeno nominati [Massimo Mantellini, da leggere tutto]

A me sembra una protezione del tutto spropositata.  Avvocati e giudici hanno lavorato, esperti legali si sono consumati il cervello, per vedere come difendere il segreto di pulcinella.

Siccome sono anziano mi è venuto in mente che di una legge di questo tipo (non da noi) ne avevo parlato qualche anno fa. Allora avevano messo fuori legge i numeri. Lo troverei divertente se fosse una cosa americana anche stavolta. Una volta ci saremmo fatti tutti una maglietta con il nome di questi siti stampato bello grande, una maglietta illegale, ma si nasce incendiari e si muore pompieri, si sa.

Io speriamo che me la cavo

Sono due mesi che lavoro in Germania e dovrei scriverci su qualcosa, credo. Buffo che adesso che sono là le cose interessanti succedono in Italia, ma di quello non potrei parlarne perché non ci capisco niente (come mi sembra che non ci capiscano niente neanche quelli che ti spiegano che hanno capito tutto).

Comunque sono là e lavoro. I colleghi sono gentili (anche se un po’ freddini), la città è molto bella, il clima freddo è poco rilevante da quando hanno inventato il riscaldamento e i vestiti pesanti, il trasporto pubblico è fantastico (tra un po’ mi sa che vendo la macchina).

Leggo i blog degli espatriati e hanno sempre cose interessanti da dire. A me sembra come quando andavo alle elementari e mia sorella tornava e raccontava di cose eclatanti mentre a me non succedeva mai niente. Le cose succedono a chi le sa raccontare, forse.

L’unica avventura è stata alla gita aziendale, in montagna. Al ritorno dal rifugio mi dicono una cosa che non capisco sul ritorno. Una sbrodolata su opzione A oppure B per il ritorno a valle. Scelgo a caso e mi consegnano una slitta. Cosa vuoi che sia, ho pensato prima di buttarmi in un toboga ghiacciato e vedere la morte in faccia.

Comunque posso dire che il tedesco è complicato da imparare, se come me non sei più giovanissimo (se sei giovane imparare una lingua è facile, il nostro cervello è fatto apposta). Bisogna studiare e avere pazienza. Imparo lentissimamente e soffro alle riunioni, quando non posso chiedere di parlare lentamente (o in inglese) e capisco troppo poco. Per fortuna riesco a essere ragionevolmente produttivo ugualmente, perché i colleghi dicono che me la sto cavando bene.

Voglio rassicurare chi mi conosce. Io me la cavo.

Ellis Island

I Maya avevano ragione. Oggi, 21 dicembre 2012, è stato il mio ultimo giorno.
Di lavoro. In Italia.
Da gennaio inizio un nuovo lavoro, a Monaco di Baviera. Vado a provare se è possibile cominciare qualcosa di nuovo. La famiglia, se va tutto bene, fra un annetto seguirà.
Sono spaventato ma per motivi che sarebbe troppo lungo spiegare e troppo facile intuire penso che sia una buona idea.

(il titolo è tratto da qui)