Massimo Morelli's Weblog
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DM vs Ravone 0405

Tre partite in una settimana ma con il mio splendido fisico non le sento nemmeno. Ho solo un leggerissimo dolore in tutte le parti del corpo e un principio di intorpidimento delle membra, come un cane arrotato sulla superstrada. Ma ho una cronaca da scrivere e le punte delle dita sono ancora sane, sembra. Quella di oggi è una partita decisiva. Incontriamo il Ravone, che è pochi punti sopra di noi e possiamo superare (o agganciare, non pensate che mi metta a leggere la classifica). Arrivo al campo un po' in ritardo ma la partita prima è molto più in ritardo di me, qui si farà tardi, come se le 17 non fosse già abbastanza tardi. Mogli brontoleranno, cene verranno posticipate.
 
Subito negli spogliatoi Miceli dimostra il suo cattivo stato di salute mentale chiedendo a Isidoro se si era pettinato con il karkakà che secondo lui è una liquerizia color argento che veniva venduta negli anni 70. La parola non è esattamente karkakà ma tanto non esiste nè questa nè quella quindi non fa niente. Il mister Rizzoli ci carica entrando negli spogliatoi e dicendo che sono cazzi nostri perché li ha visti palleggiare e sono tutti bravi e il più vecchio avrà 27 anni. Il fatto che non lo ascoltiamo mai stavolta è utile. Poi lo perdono volentieri perché mi ha preparato due dischi di Blues. Fra il pubblico anche Ricci, ex giocatore del Due Madonne (nel senso che non gioca più, non come noi ex giocatori che giochiamo) che stamattina ho incontrato al supermercato. Assieme a lui Gianni Monari e nessun altro: anche oggi il pubblico diserta il Cristina Bonzi (non è possibile dargli torto).  Sanpei è accolto con un'ovazione e molti mimano la pesca alla mosca. L'arbitro è un vecchio sdentato con una orribile pettinatura alla Beethoven.
 
Si gioca, con Erlis Lleshi in porta; Antioco Bullegas, Pescatore, Venturelli e Miceli in difesa; Morelli, Colombaretti, Pellegrini e Cuzzani al centrocampo; Battaglia e Isidoro "il Toro" Priola in attacco. Panchina corta con soltanto Valentino Marku e Reda. Il campo è molto polveroso (in fin dei conti è la terza partita della giornata), la serata è fresca. Subito si vede che loro sono effettivamente forti, specie in alcuni elementi del centrocampo e dell'attacco. In particolare l'otto è un albanese che gioca veramente di fino. Corre, lancia e dribbla come un giocatore vero, benché sia abbastanza leggero. La sfortuna è che gira nella mia zona quindi tocca a me. Tempo dieci minuti e mi ha già tirato scemo. Non riesco nemmeno a usare il mestiere dei miei quarant'anni perché spesso gioca di prima e mi punta solo quando è sicuro di saltarmi (cioè quasi sempre).
 
Fortunatamente il Cristina Bonzi non è campo in cui le finezze rendano molto. Rendono di più le spallate e i contrasti, specie quando il campo è secco e ogni rimbalzo del pallone solleva una nuvoletta bianca. Noi non ci facciamo pregare e li conteniamo bene, anzi creiamo qualche mischia nella loro area. Sfortunatamente corner e punizioni sono tutti sprecati. Dopo una ventina di minuti di batti e ribatti (nel frattempo io sono già completamente spompato) in una mischia polverosa nella loro area l'arbitro vede uno spintone a Pescatore e nella sorpresa generale ci accorda un rigore. Non che non ci fosse, ma in mezzo al polverone succede di tutto perché i loro difensori (come i nostri del resto quando succede di là) adottano la solita tecnica dell'abbraccio.
 
Dopo le proteste prolungate si tira e Battaglia insacca con sicurezza. Vantaggio insperato, ma che cambia però la partita. Succede che pochi minuti dopo, su un cross all'apparenza innocuo un Ravonese si inventa un colpo di testa mentre cade all'indietro che inganna Erlis con un pallonetto. Busonata clamorosa (non lo rifa neanche se ci riprova tremila volte) e 1-1. Purtroppo la partita prende una piega polemica. Poco dopo Isidoro è solo davanti al portiere, sarebbe gol sicuro e un difensore alla disperata lo sega in due. Ludwig non può dare due rigori in dieci minuti e fa finta di non vedere. Proteste violente con diversi difensori del Ravone che con una faccia tosta berlusconiana sostengono che si sia buttato. Solo l'otto, che essendo Albanese è una persona onesta, ammette sottovoce con me che era rigore.
 
Non basta perchè poco dopo un attaccante del Ravone viene lanciato in evidente fuorigioco (lo ha detto Gianni Monari che è più onesto di un frate tibetano) e segna. L'arbitro è assediato come neanche dopo la prima della nona sinfonia e si districa a fatica. Nel frattempo la partita si è innervosita parecchio perché qualche personaggio da entrambe le parti ha cominciato a menare colpi proibiti. Io sono uno di questi (non all'otto perché non riesco a prenderlo), ma almeno picchio in silenzio, mentre altri, fra cui Isidoro, fanno una caciara che neanche nel suk di Marrakesh. Battaglia viene trattenuto per la maglia, e invece di difendersi con i gomiti comincia a battibeccare e si spintona con l'avversario. Finisce ammonito (solo lui però, e Miceli fa notare a Beethoven che è piuttosto difficile litigare da soli). Fine primo tempo.
 
Nel secondo tempo la partita degenera. Ludwig si dimostra completamente inadeguato a dirigere una partita, sia pure di amatori, perché innervosisce tutti con decisioni a capocchia, perdite di tempo e ramanzine inutili. In più è sempre rigorosamente lontanissimo dall'azione, e dire che il Bonzi è grande come una cabina telefonica. Si gioca sì e no un minuto ogni dieci. Con la scusa che perdiamo mollo sempre più spesso l'otto per andare in attacco, che faccia quello che vuole. Per fortuna la caciara, se non aiuta noi, danneggia loro perché non riescono a costruire più nulla. Loro ci tengono a vincere e hanno un'epidemia di infortuni che neppure sul Carso sotto la mitragliatrice. A un certo punto non restituiscono una palla buttata per soccorrere un infortunato, come se ce ne fosse bisogno per infuocare la partita. Ce ne sono un paio che se non fossi disintegrato dalla fatica andrei a cercare anch'io. Uno è un biondino che gioca in attacco, che a un certo punto fa l'errore di sfottere Pescatore. L'azione dopo lui lo stende senza pietà.
 
Ormai non si può più chiamarla una partita. Ci sono solo rinvii e botte, botte e rinvii. Isidoro ne prende parecchie, a un certo punto anche una bella gomitata che gli fa un occhio nero. Io spero solo che in mezzo a tutta questa caciara ci scappi il gollettino del pareggio. Ci sono mezze occasioni, mischie, cross e tiri da fuori, ma nessuna vera occasione, purtroppo. Dall'altra parte loro dovrebbero dilagare (visto anche il divario anagrafico), ma hanno sbagliato a metterla in rissa perché non riescono a sfruttare la loro superiorità tecnica. All'ennesimo colpo proibito Pescatore viene espulso. Durante il recupero occasione clamorosa per noi. Io, Isidoro e Pellegrini abbiamo la meglio sul loro libero e Pellegrini si trova solo davanti al portiere, ma un po' i piedi, un po' il terreno, sbaglia il controllo e si porta il pallone fuori.
 
Sul ritmo della quinta Beethoven fischia la fine. Isidoro è imbufalito (Miceli mi racconta che ha mollato anche uno schiaffo). L'otto viene a stringermi la mano, ed è l'unico a cui la stringo volentieri (anche se mi ha fatto fare la figura della pippa).  Negli spogliatoi Isi vede il suo occhio nero e si incazza ulteriormente. Ormai è impazzito, fa gli occhi da matto e va fuori dallo spogliatoio degli avversari e li insulta, invitandoli a uscire se sono uomini, l'accento palermitano accentuato dall'ira.
 
Ci mettiamo in cinque o sei per confinarlo mentre i ravoniani, se la svignano alla chetichella. Ormai sono le sette e mezza e trattenere un esagitato fuori da uno spogliatoio non è esattamente quello che intendo per divertimento. Fortunatamente, per buon senso o per fifa, nessuno raccoglie la sfida del Toro, e possiamo andarcene a casa.
 
Un saluto dal vostro cronista.


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Last update: 11/04/2005; 9.39.18.