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Ospedale Bellaria vs Due Madonne 0809

Stavolta il plaid sulle ginocchia ce l'ho davvero. Scrivo queste righe consapevole che il ritiro dalle competizioni ormai incombe. Oggi ho dovuto scegliere fra la partita del vero calciatore di casa e quella del Due Madonne ed è stata una decisione sofferta. Purtroppo non ci sono grandi alternative quindi finiamo questo campionato tenendo su i pantaloncini con i denti (ho cancellato una immagine più cruda) e poi appendiamo finalmente le scarpette al chiodo che (i miei amici continuano a ripetermelo) aspetta ormai da troppi anni.

E' una calda giornata di primavera e sarà l'ultima partita pomeridiana che il Due Madonne giocherà quest'anno. Mi dicono che ci sono ancora tre partite ma che per un motivo o per l'altro saranno tutte disputate di sera. Per fortuna perché già giocare alle 15.45, come oggi, è abbastanza dura, figuriamoci se ti tocca la prima partita e ti fanno scendere in campo alle 14. Roba da rimanerci secchi, specie i due anzianotti storici (io e Miceli) e l'anziano di complemento, Vittorio, che però è veterinario e di sicuro prende qualche diavoleria ippica per rimanere in forma. Lui ha 55 anni e non mi stupirei se ci fossero diciottenni che lo chiamano papi. A me papi mi chiama solo chi legalmente può farlo, per fortuna.

A proposito di additivi chimici: il vecchio Miceli sta vivendo una seconda giovinezza. Oggi in jeans bianchi, occhiali, abbronzatura perfetta e bulbo lungo sembrava la versione (un po') civilizzata di Zanza. Se non sapete chi è Zanza cercatevelo su internet. Io l'ho visto nel suo ambiente (il Blow Up) ed era proprio un grande (beh, forse Mic è più sobrio nel vestire, lo ammetto). Allora io non riuscivo ad andare in meta neanche in una discoteca piena di svedesi in calore, (a mia parziale discolpa io pensavo che le svedesi fossero tutte belle, cosa che al Blow Up, almeno quella sera del 1985, non era) ma sono sicuro che Luca avrebbe fatto strage. Sono anche invidioso che lui è il capocannoniere della squadra mentre io sono due anni che non butto un pallone in rete.
 


Giocherò libero anche oggi e mi  lamento perché in ventisette anni di carriera ne ho giocati quindici in attacco, dieci in difesa e solo un paio a metà campo dove mi diverto di più. Vittorio, che di bestie se ne intende, dice che succede così anche ai cavalli. Vincono il derby e li mettono alla monta. Beh, meglio lì che al macello ho pensato. Non ho ritenuto di chiedergli l'iter dei somari, informazione che avrei volentieri girato a Mimmo. Forse dovrei parlare della partita, ma sto divagando anche perché vedrete che non c'è molto da dire. Si gioca, probabilmente per l'ultima volta, al glorioso campo del Cristina Bonzi, dove tutto questo è incominciato. In porta Giancarlo Zagni; Morelli, Marco Venturelli, Nicola Reda, Piergiuseppe Carboni in difesa; Luca Miceli, Mario Sottile, Rosario Pettinato e Vincenzo di Rollo a centrocampo; Vittorio Nobile e Manuel Saulle in attacco.

Si parte ed è un caldo terribile, il terreno da fuori sembra buono ma in realtà è gibboso e duro e l'atmosfera è satura di polline, cosa che per gli sfortunati allergici come me è una disgrazia. Devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto male e comincio da subito a sudare freddo e avvertire un blocco allo stomaco. La partita è la solita partita su campo piccolo, confusa e orribile a vedersi. Rimpalli, mischie e lanci di alleggerimento. Loro non è che siano dei fenomeni in attacco, in fondo sono una squadra abbordabile. Quello veloce che ci aveva messi in crisi all'andata è tarpato dal campo piccolo e Venturelli lo controlla senza fatica. Faccio fatica a farmi capire da Piergiuseppe che vorrebbe andare sempre all'attacco ma per il resto la mia partita è completamente priva di interesse, se non fosse per il pranzo che si affaccia sempre più perentorio alla bocca dello stomaco.

Passiamo in vantaggio su un rigore causato da una spinta inutile su Di Rollo che Miceli segna agevolmente 0-1. La reazione è debole e anzi noi sprechiamo altre due occasioni in contropiede con Manuel. Finisce il primo tempo e non ce la faccio più, chiedo di essere cambiato, me ne vado finalmente negli spogliatoi dove rivedo il pranzo di mezzogiorno. Quando esco dopo la doccia siamo 1-1 ma prima ancora che raggiunga in tribuna il presidente Rizzoli in campo si scatena una rissa furibonda. Succede che il 10 fa un'entrata assassina su Vincenzo, che lo fronteggia. Corrono tutti per dividere, ma un ragazzone in borghese (maglietta bianca) parte dalla panchina del Bellaria e invece che dividere molla qualche cazzotto nella mischia. A questo punto è un tutti contro tutti e probabilmente chi le ha prese di più sono quelli intervenuti per dividere. Ci è andato di mezzo anche il placido Nicolini che loro accusano di aver menato le mani. Nel parapiglia maglietta bianca deve aver avuto la peggio perché si tiene il mento e qualcuno gli dice di andare al pronto soccorso.

L'arbitro lo conosco, è uno che se gli fai Bù sporca la biancheria intima. Invece di aspettare che maglietta bianca fosse accompagnato fuori lascia andare avanti il parapiglia e dopo qualche minuto sospende la partita. Probabilmente la daranno persa a entrambe le squadre.  Fuori discussioni interminabili ma nessuno alza più le mani. Io soffro in silenzio per la mia indisposizione. Qualcuno ha detto che non sono stato altro che preveggente: una situazione da vomito che ho anticipato invece di seguire. Adesso sono qui che sorseggio un the caldo e rimando il letto solo per spirito di servizio. Uomo telepiù non assegnato.
Un saluto dal vostro cronista.


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Last update: 09/05/2009; 19.39.12.