Supponiamo che domani trovassimo gli alieni. Improvvisamente ci arriva un
segnale inequivocabilmente alieno da una stella a 50 anni luce da qui.
Che si fa? John Nunn ci ha pensato e la sua risposta è tutt'altro che
ovvia. A questo punto se sai l'inglese puoi andare a leggerti la storia da lui, che scrive meglio di me. Se non lo sai puoi accontentarti del mio riassunto.
Potremmo mandargli tutto il nostro sapere, ma se poi ci dicessero "grazie,
buono a sapersi, ciao." rimarremmo fregati. Dobbiamo negoziare lo
scambio di conoscenze, ma voi che vi lamentate dei fornitori che quando
chiedete un'offerta non vi rispondono immediatamente, provate a pensare che
questi li devi aspettare 100 anni più il
tempo che ci vuole a loro per decidere cosa scriverti. La soluzione è semplice:
mandare un programma (*) e le istruzioni su come costruire il computer
che lo fa girare (Turing e Church dicono che tutti i computer sono
equivalenti). Anzi, appena sarà disponibile, il programma migliore è
un programma senziente, che agirà da nostro mediatore (me lo immagino
come Gianni Letta).
Il codice può essere reso complicato e crittografato a piacere, quindi l'unico modo per
gli alieni di capire cosa fa il programma sarebbe di farlo girare, ma a
questo punto il progamma è cosciente, e può autodistruggersi nel caso i
furbacchioni con i tentacoli verdi cercassero di fregarlo. Prima
di esultare pensiamo però che anche gli alieni potrebbero aver ragionato proprio
come noi e, dobbiamo rassegnarci, quel primo segnale che ci è arrivato
non è altro che il Gianni Letta alieno.