E' poco tempo che ho cominciato a leggere i gialli. Da piccolo avevo la
casa piena di libri di Chandler, Hammett, Spillane di mio padre, ma
(ovviamente) li disdegnavo. Solo da adulto ho cominciato ad apprezzare
(soprattutto Chandler) il genere. Forse è una cosa psicologica, ma
adesso mi piace proprio perdermi in un giallo ben fatto. E "La memoria del topo" di Michael Connelly ha contemporaneamente il pregio e il difetto di essere una detective story e basta.
La trama non ha buchi, il libro è scritto con attenzione, ed è un
piacere leggerlo (probabilmente è anche merito della traduzione,
nonostante il titolo idiota). Il Marlowe della situazione è il
detective Hieronymus (Henry) Bosch
della polizia di Los Angeles che tenta di risolvere l'omicidio di un
tossico che si rivela un suo vecchio compagno del Vietnam. Atmosfere
cupe, alcool, tabacco, piombo e quella Los Angeles che non sembra così cambiata dagli anni '40 di Chandler.
Se cercate il grande romanzo lasciate perdere ma se volete passare un
paio di pomeriggi gradevoli questo è il libro che fa per voi.