L'idea de "L'inquilino" di Marco Vichi, non è certo nuova, o brillante. Carlo, il protagonista, accoglie per necessità un inquilino in casa sua: Fred. Fred irrita enormemente Carlo, ne fa di tutti i colori e diventa ben presto una ossessione. Carlo ne è succube e finisce per concentrare la sua vita e questo racconto sul misterioso inquilino.
Da questo spunto modesto Vichi riesce a cavare un libretto piacevole, grazie soprattutto alla sua capacità di far scorrere le pagine in maniera fluida. "Floria" ha ragione, questa semplicità non inganni perché è frutto di duro lavoro; credo sia stato particolarmente difficile dosare l'umorismo per non fare di Carlo una macchietta. Mi piacerebbe però che Vichi osasse di più (che poi magari l'ha fatto e mi capitano sotto mano solo le sue opere minori).