Questo post contiene almeno un errore (se c'è, allora c'è; se non c'è è la prima frase ad essere erronea). I paradossi sono affascinanti, e non poteva che essere affascinante il libro di Piergiorgio Odifreddi "C'era una volta un paradosso".
O. ci ubriaca con le citazioni e le rievocazioni storiche, ogni pagina c'è qualcosa che vale la pena di leggere. Si comincia con i paradossi sensoriali (lo vedo ma non ci credo), che fuffano un paio di capitoli. Si passa poi ai paradossi spirituali dove O. si fa prendere la mano ed è un po' più acido del necessario, rimanendo comunque sempre interessante. Si parla anche di paradossi fisolofici ed elettorali (il paradosso dell'Alabama).
E' nella parte finale che il libro da il meglio di sè. Il paradosso diventa più fruttuoso quando abbandona i terreni della fisiologia e della filosofia per la logica e la matematica. Da Zenone e Epimenide a Goedel, passando per Cantor, Russell e Wittgenstein ognuno dice la sua. Il terreno è ostico ma Odifreddi si mantiene a livello comprensibile (impresa non da poco, quando si ha a che fare con bestie strane come la funzione di Dirichelet che vale 1 per i razionali, e zero per gli irrazionali [*] o al paradosso di Russell: dato l'insieme R degli insiemi che non appartengono a sè stessi, R appartiene a R?). Diversamente da un altro libro di Odifreddi che sto leggendo questo non crea il bisogno di saltare le parti incomprensibili: è puro divertimento.
Altamente raccomandato.
[*] per i curiosi: D(x) = lim(m->inf) lim(n->inf) [cos(m! pi x )]^n