In questo periodo sto leggendo libri interessanti ma piuttosto impegnativi (per i miei deboli neuroni) quindi ho immediatamente colto l'opportunità di affrontare un bel regalo di compleanno: "La terra della mia anima" di Massimo Carlotto. La storia non è altro che una biografia di Beniamino Rossini, il malvivente vecchio stile presente nei romanzi dell'Alligatore, un personaggio tanto romantico e da romanzo che non ti aspetti sia ispirato dalla vita di una persona vera. Invece.
Beniamino è stato un contrabbandiere, soprattutto, e la sua vita è effettivamente stata romantica e avventurosa. Un tipo di delinquente con la tessera del Partito che oggi di certo non solo non esiste più ma è del tutto inconcepibile. Verrebbe naturale pensare a Piasecki (mi è venuta voglia di rileggere "L'amante dell'orsa maggiore"), se non fosse che anche Beniamino lo cita. Lo stile duro di Carlotto è ammorbidito dalla commemorazione dell'amico, e questo è un piccolo difetto. Solo quando Beniamino racconta delle torture e altri soprusi nelle carceri riemerge il naturalismo chirurgico che conosciamo (e non a caso a mio parere sono le pagine migliori del libro). Da leggere come un libro di avventure e una descrizione di un mondo strano e misterioso.