A volte leggere è un piacere grandissimo, specie se lo scrittore è una persona che vorresti conoscere, invitare a casa tua e chiacchierare attorno a un tavolo con tagliatelle fumanti, un buon rosso e buona musica in smorzato sottofondo. E' questo il caso con "The Polysyllabic Spree" di Nick Hornby che raccoglie le colonne mensili che Hornby scrive per una rivista americana nelle quali commenta i libri che ha letto nel mese. E non importa se fra le decine di libri commentati solodue sono fra quelli che ho letto nello stesso periodo, e neanche se si capisce che qualche pagina è scritta per arrivare alla lunghezza giusta per l'articolo, sono cose che si perdonano a un vecchio amico.
Hornby scrive così bene che il minimalismo dei suoi libri (le trame sono secondarie e quasi buttate lì, solo una scusa per i suoi personaggi e le sue riflessioni) ti fa rimpiangere che non sia lui a cercare di scrivere un romanzo di quelli che si ride e che si piange, di quelli amore e morte lacrime e felicità. Nick, se dovessi passare di qua le tagliatelle ti aspettano.