Asher Lev ha un dono. E' un artista naturale e disegna divinamente fin dall'età di sei anni. Non gli interessa null'altro che disegnare, diventare un artista ed esprimersi attraverso la pittura, ma non può perché è un ebreo chassid e la sua arte va contro la sua tradizione. La lotta fra le forze che combattono in Asher è l'oggetto di "Il mio nome è Asher Lev" di Chaim Potok, un bellissimo libro.
Come Potok riesca a salvare capra e cavoli, religione e arte, scrivendo un libro intenso e commovente è una cosa che non riuscirò mai a capire. La propaganda religiosa di Potok (lui stesso un artista e un rabbino), non gli impedisce di costruire un capolavoro. Molte figure indimenticabili in questo libro, dalla madre di Asher che aspetta due generazioni di Lev dalla finestra, a Yudel Krinsky, il profugo russo che impaurisce il giovane Lev con accenni ai gulag siberiani, all'artista Jacob Kahn. Unica figura stonata il Rebbe dalla sovrumana saggezza (ma forse infastidisce solo me che un fanatico sia presentato come un genio). Un libro che consiglio (e grazie a AleRoots per la sua segnalazione).