Non so proprio come commentare il primo libro che ho finito nel 2004, che è "Everything and more" di David Foster Wallace. Il libro parla della teoria matematica dell'infinito (Cantor, l'ipotesi del continuo, quelle cose lì), e mi è piaciuto abbastanza. Wallace si è infilato in una prova terribile: scrivere un libro divulgativo su una teoria matematica non molto semplice. Si trova così ad ogni passo schiacciato fra il perdere di rigore e il perdere lettori.
Non deve essere facile, e Wallace utilizza un impegno considerevole, con glossari di emergenza, centinaia di note a piè di pagina e l'uso creativo di scherzi e funambolismi verbali. Mi sento però di dire che uno degli stratagemmi utilizzati (il ricorso sistematico ad acronimi e abbreviazioni) è controproducente: dopo un po' uno si dimentica che G.C.P.F.S. è il "General Convergence Problem of Fourier Series".
Alcuni recensori hanno trovato errori, i più matematicamente pignoli l'hanno stroncato ma a me non è dispiaciuto. Un Odifreddi pop.
NB: nonostante quanto dichiarato nel libro (basta una matematica da liceo) prima di comprarlo leggete le vere recensioni.
10:31:35 AM
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