Ho letto "Koba il terribile", di Martin Amis. Il colpevole è un articolo di Sofri (A.) che lo citava di sfuggita. Come hanno scritto in molti (troppi)
è un libro sulla vita di Stalin, ed è veramente impressionante. Non è
completamente soddisfacente perché (non so come altro dirlo) ci spinge
un po' dietro. Stalin è morto da 50 anni e non credo che sia necessario
provare che fosse un feroce dittatore
(un esempio: a pag 195, e stavo quasi per smettere di leggere, Amis scrive:
[Stalin]
se invece che decapitare il suo esercito, lo avesse adeguatamente
preparato alla guerra, la Russia avrebbe potuto sconfiggere la Germania
nel giro di qualche settimana. In tale scenario [..] si sarebbero
salvate circa 40 milioni di vite[..]
quasi mi aspettavo che due pagine dopo atterrassero i marziani). A parte questa tara ideologica inutile, il libro, dicevo, è
impressionante. Soprattutto per le analogie fra lo stalinismo e
l'Oceania di 1984.
Orwell, evidentemente, sapeva quello che scriveva. A
differenza di altri dittatori Stalin fin dai primissimi anni era
perfettamente al sicuro da eventuali congiure, la sua presa sul potere
era perfetta. Ciononostante è incredibile l'estensione e la ferocia delle
persecuzioni, pur in assenza di oppositori. Dei 1996 delegati nel
congresso del '34, 1108 vennero fatti sparire entro il '39. E questi
erano fedelissimi. Neppure nella sua cerchia più intima si era
tranquilli, ognuno dei suoi gerarchi aveva dato un figlio, o un
fratello, o
un nipote, nessuno era al sicuro, neppure i più squallidi leccaculo.
In definitiva forse sarebbe stato meglio leggere il libro di uno
storico, come magari quel Conquest che Amis cita tanto, o forse no, il
libro è corto e scritto bene. Per la parte sugli intellettuali
inglesi ex-stalinisti ho paura che Amis stia picchiando un cavallo
morto, anche se non sono un esperto in nessuna delle due categorie.

9:52:20 PM
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