Tornando al calcio vero,
quello senza additivi che non siano tortelloni, avevo detto che avremmo
giocato questa settimana. Non solo non abbiamo giocato, ma non si sa
nemmeno il perché. Forse sabato prossimo.
La storia della logica non sembra a prima vista un argomento molto
interessante. Invece di cose interessanti ne sono successe parecchie,
come racconta Piergiorgio Odifreddi nel suo "Le menzogne di Ulisse",
un libro sulle avventure della logica dagli inizi ai giorni nostri. Al
solito il filo conduttore è l'abilità dissacratoria di Odifreddi, che
rileva come spesso i deliri filosofici nascono dal creare parole e poi
adorarle. Ma la logica, essendo stata assorbita in parte dalla
matematica, ha un metro per valutare la correttezza delle affermazioni
dei filosofi: i teoremi dimostrati successivamente. Quindi è possibile
individuare chi ha preso lucciole per lanterne o più semplicemente
faceva il furbo piegando le parole alle sue convinzioni. Tutto questo era già presente nel suo libro "Il diavolo in cattedra" ed è qui raccontato in forma più semplice.
Gli aneddoti sono sempre divertenti, e raccontati con gusto anche se molti ripetono quelli del precedente "C'era una volta un paradosso".
C'è un ulteriore gusto dissacratorio nello spezzare le affermazioni dei
personaggi di questa storia, ricostruendone il significato attraverso l'etimologia. Secondo me nella prima parte
l'autore esagera
con questo esercizio rallentando troppo il ritmo, viceversa alla
fine va troppo di fretta facendo affermazioni che (credo per foga di
brevità) sono piuttosto dubbie. Mi riferisco a quelle sulle implicazioni
fisiche del fenomeno dell'Entanglement (pag. 226).
Tutto sommato un libro puttosto piacevole. A mio parere va letto
soprattutto se non si sono letti i due precedenti (commentati da me qui e qui) perché questo è un po' una combinazione lineare dei due.