Ho comprato (a caro prezzo: 15 euri per 120 pagine) e letto il libro di Enrico Bellone "La scienza negata".
Complessivamente sono rimasto piuttosto deluso: la sostanza c'è, ma lo
stile lascia a desiderare. Nella prima parte Bellone dapprima analizza
lo stato (terrificante) della ricerca scientifica in Italia. I numeri
sono a disposizione di tutti e non c'è bisogno di ripeterli.
Sostanzialmente il potere politico e (soprattutto) economico in Italia non crede
nella ricerca, non sa che farsene dei ricercatori e se qualcuno deve
spendere che sia un altro. A suo tempo, dopo le prime brevi esperienze
nell'ambiente della ricerca universitaria (*), il mio criterio di
decisione è stato: non sono ricco di famiglia quindi non posso fare il
ricercatore.
Nella seconda parte Bellone analizza le controversie fra la cultura
sociale/umanistica e quella scientifica, analizzando una serie di
pensatori che hanno criticato la scienza, da Husserl, a Deleuze, a
Rifkin a Marcuse a Severino a Galimberti, illuminando sfondoni e
scoprendo inconcludenze e ragionamenti a pera.
Devo dire però che la prima parte poteva essere più forte (ci sono articoli di Roberto Vacca
sul Messaggero che in poche righe sono molto più incisivi) e la seconda
è noiosa e inconcludente. E' possibile che tutti questi personaggi
abbiano detto fesserie (e chi non le dice), è probabile che siano pure
stupidi palloni gonfiati (non li conosco abbastanza per negarlo) ma
fare fisking, analizzando dieci righe fuori contesto non prova nulla nè a favore nè contro.
(*) per chi fosse curioso, mi occupavo di microelettronica.