Alla fine della guerra catastrofica contro l'infezione che ha trasformato in morti viventi gran parte dell'umanità un ricercatore raccoglie le testimonianze di protagonisti più o meno importanti del conflitto. La trama semplicissima di "World War Z" di Max Brooks (il figlio di Mel Brooks) consente di ripetere decine di volte l'incontro con i mostri.
Brooks si fa un mazzo tanto per rendere credibile un conflitto che normalmente necessita di una sospensione dell'incredulità particolarmente robusta e per lo più ci riesce*. La catastrofe è utilizzata (oltre che per farti paura) per analizzare la risposta diversa di ogni persona e di ogni paese. Il formato consente una varietà di ambientazioni e di storie in cui Brooks si muove con disinvoltura.
Mai avrei pensato di scrivere che un libro di zombi sia ottimo ma questo lo è. E bravo Brooks.
*mica sempre però: nella battaglia di Yonkers i difensori umani sono implausibilmente stupidi.