Forse era prevedibile che David Leavitt, dopo aver scritto un libro sulla vita di Alan Turing, si cimentasse su Hardy e Ramanujan. L'ambiente di Cambridge nel 1913-18, con i suoi famosi Hardy, Russell, Wittgenstein, Keynes e l'ambiente tollerante in una società estremamente omofobica sono ingredienti per lui irresistibili.
In "The Indian Clerk" DL si è documentato bene perché la personalità di Hardy (che traggo dalla sua autobiografia) mi sembra ben rappresentata. Persino la parte matematica, sia pure appena accennata non è una vergognosa caricatura come spesso è in libri e film scritti da altri. In quell'ambiente, con una guerra incomprensibile, il genio e la differente cultura di Ramanujan, per non parlare della sua malattia, basta descrivere i dettagli (come Ramanujan prepara i suoi cibi, il rapporto di Hardy con la sorella e con i suoi partner, l'amore per il cricket, il calcolo politico di Russell, l'omofobia di Lawrence) per ricostruire un mondo, se non vero almeno verosimile.
Leavitt non è mai uno che ti faccia saltare le pagine per vedere come va a finire (e in questo caso la storia è nota) ma questo libro mi è piaciuto più di altri. Lo avrei letto ugualmente ma grazie a Resto del Mondo per avermelo segnalato.