Questo è il primo libro che leggo di Chaim Potok in cui i protagonisti non sono ebrei. "I am the Clay" è la storia di una povera famiglia di coreani durante la guerra che, pur rifugiati e in fuga dagli eserciti in lotta, raccolgono e si prendono cura di un ragazzo ferito. Passano attraverso prove terribili e solo appellandosi alla forza della loro tradizione (tema caro a Potok) riescono a tirare avanti.
In realtà questo libro non è molto diverso dagli altri di Potok. Pur depurato dall'impegnativa tradizione ebraica è basato sulla compassione e l'introspezione dei personaggi, proprio come gli altri. Un romanzo minore ma leggere quest'uomo è sempre un piacere.