In "The trouble with physics" Lee Smolin cerca di spiegare il suo punto di vista sulla ricerca in fisica teorica. Secondo Smolin, che è un fisico importante, la teoria delle stringhe è una teoria insoddisfacente perché può accomodare qualsiasi fatto. Se ho ben capito il ragionamento che Smolin svolge nella prima parte del libro, il fatto che le dimensioni invisibili che la teoria presuppone (ci sono fino a undici dimensioni spaziotemporali nelle varie versioni della teoria) si possano configurare in molti modi rende in pratica la teoria impermeabile a qualsiasi falsificazione e quindi non scientifica.
Nella seconda parte del libro (più accessibile e interessante per il profano) Smolin cerca di spiegare come mai l'ambiente scientifico, specialmente quello americano, tende a creare gruppi vincenti che poi ostacolano la ricerca successiva. Smolin tira in ballo anche Kuhn e Feyerabend e gli ultimi capitoli li ho letti con interesse molto maggiore. Purtroppo sarei del tutto incapace di riassumerne il contenuto anche se avessi a disposizione un margine più ampio di questo.
Se ti interessano questi argomenti ti consiglio di leggere almeno la quarta parte del libro (da pag. 259 in questa edizione).
Naturalmente, parlando di fisica teorica, anche Sheldon e Leslie hanno qualcosa da dire: