Ogni tanto mi leggo un libro di Philiph Roth, che lui è proprio bravo. "Ho sposato un comunista" è la storia di Ira Ringold, narrata dal solito Nathan Zuckerman, alter ego dell'autore. Ira, uno degli idoli di Nathan nella sua adolescenza, è un conduttore radiofonico che viene inserito nella lista nera e travolto dal maccartismo. Ma la tempesta politica che travolge Ira si accompagna alla tempesta emotiva all'interno della sua famiglia, dove è evidente l'incompatibilità con la moglie borghese Eve (*) e la figliastra viziata Sylphid, al deteriorarsi dei suoi rapporti con gli amici (fra cui Nathan) e persino al suo prematuro declino fisico.
Roth rosicchia la storia in maniera circolare, ad ogni giro la storia cambia, ed è veramente un piacere vedere come spiraleggia verso la fine, anche in una storia come questa che (lo dico) non mi consente di identificarmi in nessuno dei personaggi e quindi mi lascia freddo, ma affascinato.
(*) Eve è veramente odiosa e pare sia ispirata a un'ex moglie di Roth, Claire Bloom.