Un bright deve stare attento: la religione si nasconde dove meno te
l'aspetti. La notizia non è nuova, ma non avevo avuto tempo finora di
approfondire: Brian Lomborg, il danese autore di "The skeptical environmentalist"
sarebbe stato scagionato dall'accusa di disonestà scientifica.
Poi sono andato a cercare su decine di siti, e ho scoperto che questa è
una guerra di religione in piena regola. Nessuno tenta di risalire al
merito della questione, ci sono solamente opinioni a favore o contro. Già l'accusa di disonestà scientifica era piuttosto confusa (assolveva Lomborg di fatto, ma era formulata come una condanna). Ancora più sospetta è la replica del ministero danese (qui, in pdf, qualche dettaglio), che mi sembra oltremodo politica, tanto più che Lomborg oggi dirige un organismodiretta emanazione del ministero dell'ambiente danese.
A me sembra che Lomborg abbia qualche ragione, ma sia un bel furbetto
che in mezzo a questa guerra si sta costruendo una brillante carriera.
Il senso in cui può aver ragione è ben spiegato da Michael Chrichton,
il romanziere, che fa notare
come le posizioni degli ambientalisti più agguerriti sono
psicologicamente e metodologicamente religiose. Il tono di
Chrichton è sicuramente esagerato (accusare l'ambientalismo di 30
milioni di morti mi sembra una mossa retorica piuttosto scorretta) e
quindi sospettabile di portare acqua alla chiesa opposta (quella della mano invisibile). Però il suo argomento principale, meglio spiegato in quest'altra conferenza è a mio parere corretto: bisogna stare ai fatti.
Anche se non ci piacciono.
Ho cominciato ad attaccare la pila dei libri natalizi. Finora mi è
andata bene, ma andiamo con ordine. Grazie a Carlo ho cominciato a
seguire Paul Krugman, e ad apprezzarne gli articoli. Ho allora comprato e
letto "The Accidental Theorist", un libro del 1999. Sono articoli
apparsi su Slate e The New York Times e sono molto buoni. Chiaramente
gli articoli scritti da un economista serio nel '99 non potevano che
essere profetici sulla non esistenza della New Economy, e quella è la
parte facile. Ma molti altri saggi sono profondi e allo stesso tempo
semplici. Il saggio sulla politica monetaria spiegato con i buoni
per il babysitting (Four percent follies), e quello sulla falsità
dell'assunto che il cambiamento tecnologico sta effettivamente
accellerando (Technology wonders: not so wondrous) sono i miei
preferiti. Anni fa ho letto qualche libro di J.K Gailbraith e mi sono
stupito di quanto scrivesse bene pur essendo un professore. Con Krugman
credo di aver trovato un buon successore.