"Freakonomics",
a dispetto del titolo, non è un libro sulla teoria economica. Levitt e
Dubner applicano ragionamenti alle situazioni più impensate, dalla
teoria economica (e statistica) prendono l'adorazione per i dati.
Dall'analisi degli incontri di Sumo truccati, ai professori che barano
per aiutare gli allievi, alle bande che vendono crack, all'esame di
cosa influenza la criminalità, alla storia del Ku Kluk Klan, sono
sempre gli stessi gli elementi che vengono presi in considerazione:
una ricerca di una fonte dati attendibile
un attento esame degli incentivi
un'ipotesi non convenzionale
Il libro si legge molto volentieri, anche se i critici hanno ragione ad individuare il punto debole: gli autori preferiscono la
soluzione non convenzionale e per questo non sono del tutto
scientifici, invece che cercare la verità cercano una spiegazione
interessante.
Alcune delle storie sono straordinarie, altre meno. Il libro è più avvincente
di un thriller quando racconta di Suhdir Alladi Venkatesh, che è stato
per sei anni embedded in una gang di spacciatori di crack nella
famigerata zona di Chicago dove neppure i postini osano avventurarsi
("Our motto says to deliver mail in rain, sleet, and snow, but it
doesn't say anything about dodging bullets"). E' impressionante
scoprire quanto è pericoloso e quanto poco paga spacciare crack (uno
spacciatore della banda di Venkatesh guadagna 3.3$/ora, viene ferito in
media 2,4 volte l'anno e ha una probabilità di venire ammazzato del 25%,
più alta di quelli che stanno nel braccio della morte in Texas). Il
capitolo sui nomi che si danno ai bambini invece lo puoi saltare
tranquillamente.
Non del tutto convincente, in alcune parti, ma raccomandato. Se vuoi sapere (ancora) di più puoi andare sul blog degli autori.