Sì è vero. Ormai Montalbano è quasi una macchietta, come i personaggi di contorno. C'è una ripetitività non piccola in questa ennesima avventura del commissario di Vigata, "Le ali della Sfinge" e forse Camilleri farebbe bene a lasciar passare più tempo fra un romanzo e l'altro. Però.
Però in un periodo in cui non ho tanta voglia di leggere, quando i segnalibri avanzano faticosamente due pagine alla volta, mi sono letto questo libretto in una sera, divertendomi. La storia non ha molta importanza (non leggiamo forse Camilleri per l'atmosfera, le battute, le triglie di Adelina?), ma è meno abborracciata delle ultime. L'indagine è quella sull'omicidio di una ragazza, ritrovata nuda e irriconoscibile in una discarica e parte da un tatuaggio, unico segno riconoscibile sul corpo sfigurato. Una farfalla, la Sfinge appunto.
Da qui è il solito intreccio fra le storie personali di Montalbano e le sue indagini, che abbiamo letto mille volte, con risultati alterni. Tu leggiti pure il capolavoro del giovane scrittore sconosciuto, magari lo leggerò anch'io, ma non alle spese di Camilleri.