Non mi pare che "Red Thunder" di John Varley sia già stato tradotto, ed è un peccato perché è un romanzo di fantascienza come quelli che si scrivevano una volta, il che è un complimento.
Siamo in un anno imprecisato del ventunesimo secolo e la corsa allo spazio è ripresa, questa volta fra USA e Cina. Il nuovo obiettivo è Marte e pare che i cinesi arriveranno prima, sia pure di poche settimane. Ma un gruppo di ragazzi, aiutato da un ex astronauta ubriacone viene in possesso di una scoperta senzazionale. Saranno in grado di costruire, praticamente in garage, l'astronave che li inserirà come terzo incomodo nella corsa.
Non tutti i libri di fantascienza moderni devono essere per forza complesse costruzioni metafisiche, forse c'è spazio anche per un po' di sano divertimento come ai tempi d'oro. A parte qualche ingenuità "politica" su cui si può sorvolare, il risultato si fa leggere con piacere.