Una storia di pirati non sembra un libro per persone cresciute, ma qualche volta bisogna lasciarsi sorprendere. E' da poco che ho finito di leggere "L'isola del tesoro" ai miei pargoli, perciò quando in libreria sono passato accanto a "La vera storia del pirata Long John Silver" di Björn Larsson, incuriosito, me lo sono comprato, letto e gustato.
Long John Silver è l'arcicattivo del libro di Stevenson, il pirata con una gamba sola che riesce a ingannare tutti con la sua lingua sciolta, ed è ugualmente terribile nonostante la menomazione fisica. Larsson ovviamente non può scrivere soltanto una storia di cappa e spada ma attraverso la biografia inventata di questo personaggio ricostruisce l'atmosfera del tempo, la vita miserabile dei marinai e la giustificazione economica e politica del fenomeno della pirateria.
Silver alla fine dei suoi giorni racconta nei particolari gli anni con England e Flint e la sua vita da gentiluomo di ventura, descrive la tratta degli schiavi e la vita nelle colonie caraibiche. Quello che lo ha spinto a fare la vita che ha fatto è la necessità di essere libero in un mondo in cui (tranne i ricchi) sono tutti servi. Alla fine scaccia i suoi amici dall'ultimo rifugio perché non vuole che si sentano schiavi nemmeno della loro amicizia.
Forse le ricostruzioni storica e sociologica sono solo un pretesto per convincere un adulto a leggere un libro di pirati, ma sono contento di averlo fatto. Avvincente.