La vita di uno scienziato è spesso la storia di una passione per qualcosa di oscuro e talvolta sconosciuto ai più. E questo tanto più in aree della scienza in cui il successo difficilmente può portare al "viaggio a Stoccolma". Hardy si pregiava del fatto che le sue ricerche non avessero nessuna applicazione pratica.
Certamente non riesco a pensare ad applicazioni pratiche dell'attività di Richard Fortey, descritta nel suo libro "Trilobite". E' la storia di una passione per questo artropode estinto alla fine del Permiano e che ha accompagnato la storia della vita sulla terra per trecento milioni di anni. L'amore di Fortey per le sue creature è commovente. Per i Trilobiti Fortey ha scalpellato rocce nei climi più inospitali e ugualemente non riesce a credere di essere così fortunato da occuparsi per mestiere dei suoi bacarozzi.
Se si riesce a sorvolare sui nomi latini di creature così antiche che possiamo pensare a un "Ordovician Park" proiettato al cinema dei dinosauri, il libro è piuttosto interessante, e persino divertente, quando Fortey applica il suo humour britannico alla vita piuttosto originale del cacciatore di fossili. E' anche un seguito allo strepitoso "La vita meravigliosa" , dato che rettifica alcune (presunte) imprecisioni del bel libro di di S. J. Gould (che sarà forse superato scientificamente ma che ti consiglio ugualmente di leggere).