Durante le feste ho letto "L'ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafón. Il romanzo è la storia di Daniel, un ragazzo orfano nella Barcellona franchista degli anni 50 che legge un libro misterioso e decide di scoprire tutto quello che può sull'altrettanto misterioso autore. La storia comincia a mescolarsi con la realtà, e la dittatura fascista non è il regime ideale per chi (a un certo punto della storia) si mette in mezzo alle vendette di un ispettore aguzzino e torturatore.
La trama è intricata e ha un sapore antico. Gli intrecci dei personaggi richiamano il romanzo d'appendice e le storie di amore e morte, le fortune e sfortune di antiche famiglie, i colpi di scena con personaggi che si scoprono essere collegati in modo inaspettato richiamano romanzi di centocinquant'anni fa. Ma come dice il maestro Miyagi sono questi gli ingredienti delle grandi storie. E' difficile ripercorrere vecchie strade e Zafón fallirebbe senza dubbio (nella parte centrale il libro è un vero e proprio feuilleton) se non fosse che mantiene sempre una certa ironia, specie nell'improbabile personaggio di Fermín. Tutto sommato un buon libro, grazie anche all'ambientazione in una Barcellona tetra e diversissima da quella di oggi.